Dai commercialisti tre proposte per superare lo stallo elettorale e rilanciare la categoria
- by Studio Legale Alpa
- 22 gen 2021
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Le elezioni “in stallo” dei commercialisti a causa del Covid 19 prima, e di un ricorso per mancato rispetto delle pari opportunità poi, non fermano l'attuale Consiglio nazionale che intende sfruttare il tempo in più che gli viene concesso dall’attuale situazione per cercare di intervenire sul decreto legislativo 139/2005, la norma che regolamenta la professione.
Due le questioni sul tavolo: le elezioni e le specializzazioni.
Già in tempi non sospetti il Consiglio nazionale – come ha ricordato il presidente della categoria Massimo Miani – aveva sollecitato il ministero della Giustizia sulla necessità di correttivi elettorali anche per ampliare la rappresentanza femminile negli organi di categoria, senza però trovare ascolto.
Ora sulla questione della parità di genere è stato chiamato a decidere il Tar del Lazio (richiamato in causa dall'ordinanza 9208/2020 di dicembre del Consiglio di Stato) che dovrebbe esprimersi il 14 aprile. Il Consiglio della categoria, nel frattempo, ha messo per iscritto tre proposte emendative al decreto 139/2005 e le ha inviate al ministero della Giustizia per un parere.
Questa mossa, anticipata da Massimo Miani all'assemblea straordinaria dei presidenti che si è svolta l'11 gennaio, è stata ufficialmente comunicata agli Ordini locali, ai presidenti delle Casse di previdenza di ragionieri e commercialisti e ai sindacati di categoria due giorni fa; il presidente spiega che le proposte di emendamento hanno l'obiettivo di trovare una soluzione alla complessa situazione che si è determinata a seguito dell'ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso le elezioni.
Gli emendamenti proposti
Tre proposte emendative elaborate insieme allo studio Alpa (Guido Alpa è stato per anni il presidente del Consiglio nazionale degli avvocati) sono state trasmesse al ministero di via Arenula il 20 gennaio. La prima intende assicurare la piena applicazione del principio della parità di genere nelle elezioni in corso; la seconda punta a consentire agli attuali Ordini, che stanno operando in regime di prorogatio (sono tecnicamente scaduti il 31 dicebre 2020) e al Consiglio nazionale (che termina i quattro anni il 13 febbraio) di poter svolgere tutte le funzioni che il ruolo prevede sino all'insediamento dei nuovi organi, e la terza mira a introdurre una norma che permetta agli iscritti nella Sezione A dell'Albo di ottenere il titolo di “specialista”.
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